Che i Rammstein possano incontrare o meno i gusti personali sul piano musicale è indiscutibile almeno quanto la constatazione della deflagrante spettacolarità dei loro live e dell’innegabile talento da entertainer dei musicisti del teutonico sestetto. E se è proprio nella dimensione live che questo juggernaut industriale esplode in una scena pirotecnica, fiammeggiante, esplosiva fuor di metafora, è proprio da sotto il palco, insieme alla sceneggiatura e alle gag di uno spettacolo difficile da dimenticare, che si può cogliere chiaramente anche un lato autoriflessivo e autoironico della band, opportunamente velato dietro azioni o verbi a volte apparentemente risibili se giudicati per l’estremismo della loro facciata. [ Continua su Kronic.it ]
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