Coal Chamber sono morti, Dez Fafara ringhia nei DevilDriver e gli ex-membri della not-so-new-now-old-metal gli sputano contro. Giving the devil his due è la tipica raccolta tra ultima spremitura del marchio e regalo ai fan in lacrime: b-sides, versioni dal primo demo, remix e altri brani che difficilmente interesseranno altri che gli appassionati, ammesso che di questi tempi ne rimangano. I Coal Chamber hanno significato molto, al di la dei parallelismi con il destino complessivo del genere che hanno rappresentato. Chi non li abbia mai seguiti potrebbe pensare che i CC siano stati meri cloni di "grossi nomi" che tutti conoscono e che mantengono dignità anche quando la nu-nave affonda. Ma la band di Shock the Monkey era distinta e coeva, non certo imitatrice. Per qualcuno, poi, aveva un non-so-che in più, magari ingiustificato, che si faceva strada tra la più assoluta mancanza di varietà compositiva. Forse, in mezzo all`oscurità e ripetitività, look e attitudine colorivano i Coal Chamber di immagini acide e personalissime, o forse la voce di Fafara era così distinguibile da far perdonare il monocordismo. [ Continua su Ondarock.it ]