Morboso e alienante, freddo e violento, distruttivo e catartico, ‘The Land of Rape and Honey’ può essere considerato come il primo, vero album dei Ministry di Jourgensen, rappresentando una decisa svolta estetica per il progetto e caratterizzandone lo stile per tutto la storia successiva. Cronologicamente, il percorso dei Ministry si era aperto ufficialmente con il non troppo esaltante EP 'Cold Life' (1983), il cui synth-pop dai tratti post-punk e funky (frutto delle esperienze con Frank Nardello sugli 'Special Affect') non soddisfa Jourgensen. Il crooner dell’apocalisse industriale produce quindi 'With Sympathy' (1983) e successivamente 'Twitch' (1985), album in cui è possibile intuire la reale direzione intrapresa dalla band. 'The Land of Rape and Honey' porta a compimento la ricerca di un’identità unica del progetto, con una proposta in cui l’aliena disumanità dei synth e delle basi industriali si unisce alla carica e all’impatto rumoristico dell’hardcore. [ Continua su Metallus.it ]
Comments