I Rammstein godono ormai di larghi, spesso incondizionati consensi presso una certa parte di (a)critica ritardaria. Una critica capace di ignorarli e liquidarli nei momenti significativi della loro discografia, proprio quando mostravano una visione originale e distintiva, salvo apprezzarli oggi: quando ogni vena creativa e gusto estetico vengono meno tra risciacqui di già sentito e bordate senza ritorno nel kitsch.
Questa affermazione anticipa un giudizio su Rosenrot che, purtroppo, non può che essere negativo. Da ‘Sehnsucht’ a oggi, i Rammstein sono passati da grande act industrial a redditizia macchina industriale, che deve sfornare album. E si ostinano a farlo senza l’avviso di nuovi produttori, e sprovvisti di una coscienza musicale capace di annusare quanto il troppo stroppia. [ Continua su Metallus.it ]
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