Nel campo del gioco elettronico, come del resto in tutti i settori della cultura e del mercato, si osservano spesso dei paradossi nei modelli di consumo. Capita così che un gioco ritenuto un capolavoro diventi, misteriosamente, un gioco inguardabile anni dopo, perché il progresso tecnologico lo ha reso figurativamente obsoleto, o che i bambocci di tutte le età comprino giochi pieni di sangue, violenza e magari, sottobanco e con passaggi di mano in mano, sessualità, mentre i cosiddetti adult gamer si divertono di più con Kirby, Mario e il Link di Cel-da. Ma ultimamente il paradosso più evidente è quello di una particolare nicchia umana e di consumatori, quelli che qualcuno ha definito fanboy: e in particolare quelli legati ai giochi di Nintendo. Sembrerebbe, infatti, che molti fanboy Nintendo, quelli capaci di possedere copie multiple di ogni episodio di Zelda e di inorridire agli scostamenti stilistici di ogni episodio, non abbiano apprezzato del tutto il controller di Revolution, la console Nintendo che promette di ridefinire il modo in cui, nel futuro, ci interfacceremo con lo schermo giocabile. [ Continua su The First Place ]